venerdì 16 dicembre 2011

Capitolo 24
BPOV
Dopo aver preso accordi al tavolo, ci separiamo.
Mi sembra surreale. 
In fin dei conti Tanya non è una stupida. Deve aver sempre sospettato qualcosa.
Eppure ha acconsentito a questo sciocco piano suicida.
Edward, come lei e Micheal, non lascia trasparire alcuna emozione.
Io mi sento invece catapultata indietro nel tempo di tre anni. 
Sono davvero l’unica a sentirmi profondamente turbata da questa situazione?
Tra poco saremo noi due. solo noi due come allora. Ed io sono terrorizzata al pensiero della ferita che sta per essere riaperta.
Dover gestire tre anni senza di lui era già stata un’impresa al limite delle mie capacità di gestione emotiva. Ma niente sarebbe stato, al confronto con il ritrovarmi in sua presenza, esposta alle sue parole, ai suoi gesti.
In quattro arriviamo all’elegante ingresso dell’albergo.
Ci salutiamo.
Michael e Tanya si uniranno ad altri in un locale esclusivo per una festa che durerà tutta la notte.
Io ed Edward saliremo nella sua suite. Teoricamente a parlare di lavoro. 
Entrambi sappiamo che ciò non accadrà.
Loro escono dalla porta principale e spariscono nella notte su di un taxi.
Noi rimaniamo a fissarci .. e così senza una ragione .. mi viene da ridere .. e lo faccio.
E’ folle, ma ho deciso di darmi una tregua. 
Ho deciso di vivere questa notte senza retropensieri, senza ricordi, senza preoccupazioni, senza rancore.
Succeda quel che succeda.
Lui sembra perplesso, ma poi i suoi occhi si ammorbidiscono ... si illuminano e ride con me... ridiamo fino alle lacrime per l’assurdità della situazione. 
E sembriamo due ragazzini .. non due adulti che sarebbero stati disposti a scannarsi per un contratto fino ad un’ora fa.
Con il sorriso sulle labbra ci dirigiamo verso l’ascensore.
“Sembra che alla fine tu verrai davvero nella mia suite”  dice lui ancora sorridendo
“Mi sembra incredibile” rispondo con un sospiro.
Si aprono le porte della cabina ed entriamo da soli. Le porte si chiudono dietro di noi.
E non ridiamo più, l’atmosfera cambia velocemente.
La sua mano grande si infila tra i miei capelli alla base del collo e avvicina il mio volto al suo.
“Come mi sei mancata .. Dio ... non hai idea .. sono impazzito .. impazzito ....”
“Edward...”
“Non dire ... nulla ... ti prego ... lo so ... è stata colpa mia .... non sai quante volte mi sono dato del coglione per avere fatto quello che ho fatto ... per averti trattata così ...ma ti prego ... Isabella ... dammi anche solo l’opportunità di parlare ....di spiegarti ... poi ... se vorrai ... ti lascerò andare ... ti lascerò tutto... ti lascerò anche questo contratto del cazzo... ma non chiudermi le porte in faccia un’altra volta ... ti prego ...”
E come se questi tre anni non fossero passati... e come se tutto il male che ci siamo fatti non fosse mai esistito... mi trovo ad alzare il mio viso verso il suo e a fare l’unica cosa giusta.
Le mie labbra sono sulle sue, dapprima leggere, poi insistenti.
La sua bocca si apre alla mia e la sua lingua calda e dolce si fa strada piena di desiderio e passione.
Non riesco a reprimere il gemito che il piacere di essere di nuovo con lui.
E sento che la mia è una battaglia persa. 
Lo è sempre stata. 
Sento il suo corpo reagire.
Sento il suo sesso duro come il marmo premere sul mio stomaco.
E so che non è più possibile tornare indietro. Non avrebbe senso. ma sopratutto in questo momento non mi interessa.
Le porte dell’ascensore si aprono direttamente nell’ingresso della sua suite in cima al grattacielo.
Senza staccare le nostre labbra entriamo e in un secondo mi ritrovo contro una parete, morbida, ricoperta di alcantara vellutata.
Le sue mani sulle mie cosce alzano il vestito,ed arrivano leggere e delicate ai bordi delle mie mutandine.
Le mie lo aiutano a liberarmi dall’inutile impedimento.
E poi passano alla sua cintura e all’apertura dei suoi bellissimi e costosissimi pantaloni.
I suoi occhi sono chiusi.
Come se temesse di riaprirli e scoprire che si stia trattando di un gioco della sua mente.
“Guardami .. ti prego...”
E i suoi occhi si aprono, verdi come non mai, lucidi di desiderio e pieni di un’emozione che ho paura anche solo di nominare.
Amore.
Senza distogliere il suo sguardo dal mio, con le mani raccoglie le spalline del mio vestito e le fa scendere, lasciandomi a seno scoperto.
Il suo sguardo è incredulo, gli occhi enormi lucidi.
E avvicina il suo viso, per un istante si appoggia con la sua guancia al mio petto e lo tengo tra le braccia, completamente travolta dall’intensità di quello che sento
“Isabella ... ti prego .. non mi lasciare più ... troveremo una soluzione a tutto ... ti racconterò tutto .. ma non mi lasciare mai più ... ne morirei..”
“Ma io non ti ho mai lasciato... non lo vedi anche tu? ... non lo senti ....? Non senti come io sia tua ... lo sono sempre stata ... Dio  sa se non avrei voluto chiudere con te Edward Cullen .. ma non ho scelta... non l’ho avuta da quella sera .. mai...”
E mi è chiaro, come mai prima d’ora, che la mia non è vita senza di lui. Che non ho vissuto in questi tre anni, e che la mia è stata soltanto una grigia sopravvivenza.
E se anche domani il mio mondo venisse annientato da ciò che sto per fare, non sarei in grado di fermarmi e rinunciare per un altro secondo all’uomo che amo.
Edward.
Le sua mano raccoglie con sicurezza la mia gamba fermandola contro il suo bacino e poi l’altra e mi trovo sospesa e intrappolata tra il suo corpo forte e il muro dietro di me.
Senza dire una parola mi solleva di quel poco che gli serve per allineare il suo sesso al mio.
E lentamente mi penetra, centimetro per centimetro, fino in fondo.
E così si ferma per qualche istante, fissandomi con un’intensità che non ho mai visto prima nei suoi occhi.
Poi inizia a muoversi dentro di me. Avanti e indietro.
Il nostro respiro affannato come unico sottofondo, la bocca semi aperta, gli occhi socchiusi per la sensazione irreale.
Le mie mani si aggrappano ai suoi capelli ed, incapace di resistere, oltre il mio bacino si muove ad incontrare il suo a rendere le sue spinte impossibilmente profonde ancora più efficaci, ancora più potenti.
Senza staccare il mio corpo dal suo, mi tiene stretta a se e cammina verso il grande tavolo della sala, fino a raggiungerne il bordo e mi ci siede sopra.
Non ho la forza di separarmi da lui e dunque non mi sdraio all’indietro.
Sgancio le caviglie da dietro la sua schiena ed appoggio i miei piedi sul bordo del tavolo, per rendere la penetrazione così profonda da essere quasi dolorosa.
Ho bisogno di sentire tutto, di sentire il suo corpo nel mio così come l’ho sognato dall’ultima volta in cui siamo stati insieme,
Una sua mano fa il giro intorno a me e si appoggia sulla mia schiena,  tenendomi vicina a sè, l’altra prende il mio viso tra le mani e lo avvicina al suo suo. La sua lingua comincia a disegnare i contorni delle mie labbra e poi si fa strada nella mia bocca aperta ed inizia con calma e dedizione a baciarmi, a giocare con le nostre lingue.
I suoi colpi lunghi e profondi sono insopportabilmente lenti e intensi.
La mia testa cade all’indietro, ma la sua bocca continua a venerare il mio corpo scendendo dalla mandibola al collo ai miei seni.
Il suo ritmo aumenta e comincio a sentire il piacere crescere, passaggio dopo passaggio. Carezza dopo carezza, bacio dopo bacio.
E’ così duro e grande e caldo e pulsante. 
E dentro di me è semplicemente perfetto. Come se i nostri corpi fossero stati creati per incastrarsi senza difetto, Come se i nostri corpi fossero stati creati per unirsi così profondamente da diventare uno solo.
Mano a mano che l’intensità del suo ritmo cresce mi lascio andare e scivolo all’indietro sdraiandomi sul tavolo. Lui prende una mia gamba e se la porta sulla spalla, baciandomi la caviglia, il polpaccio e poi scendendo verso di me, per ricominciare con il mio seno e risalire di nuovo sul collo fino a tornare dentro la mia bocca. 
I ritmo aumenta, così come la forza delle sue spinte e sento che è vicino a venire, così come lo sono io.
Le sue mani ora sono aggrappate ai mie capelli con forza ed aggressività e l’intensità del suo penetrarmi mi fa muovere avanti indietro lungo l’elegante tavola in legno.
E mentre i suoi colpi si fanno furiosi sento di nuovo la sua voce. 
Le sue parole sono confuse, frammentate.
“Mai più ... oh Dio ... mai più..... non posso ... non più ... non ti lascerò andare mai  più ... non ti ferirò .. mai più... tu sei tutto per me ....”
La sua voce è disperata e spezzata dall’jntensità delle sensazioni, del nostro orgasmo imminente.
“Io ti amo Isabella .... e ... non ... voglio.... mai .... più ... rinunciare ...a.... te .... a .... noi....” 
Io riesco solo a guardarlo e a scuotere la testa, annuendo freneticamente. E poi sento il mio corpo contrarsi nel picco del piacere irreale che solo lui  con il suo corpo e le sue parole sa darmi.
Vengo, e le ondate di piacere sono così intense da farmi inarcare completamente e gridare mentre sento anche il suo orgasmo accompagnarsi al mio e riempirmi completamente
Rimaniamo così. Lui dentro di me ... gli occhi chiusi, il respiro affannato, completamente esausti per un minuto. E nella mia testa le sue parole girano facendomi sentire leggera ed emozionata e forte e piena di coraggio.
“Io ti amo Isabella.... Io ti amo Isabella .... Io ti amo Isabella.”
Poi ci guardiamo.
E lui ricomincia a parlare.
“Dobbiamo dirci tante cose . Ma prima facciamo un bagno e mettiamoci comodi .... abbiamo tutta la notte per stare insieme.”
I nostri corpi si separano. Con dolcezza fa scendere la mia gamba dalla sua spalla e mi prende in braccio, baciandomi il collo e portandomi nell’enorme bagno della sua suite.
Mi fa accomodare sulla poltroncina accanto ad un grande specchio.
“Spogliati” mi dice.
Apre l’acqua nella vasca.
Ci mette i sali e un olio da bagno al Sandalo. 
Ed inizia a liberarsi anche lui dei suoi abiti fino a rimanere gloriosamente nudo di fronte ai miei occhi.
Solo a quella vista avrei voglia di volargli addosso e ricominciare a cavalcarlo selvaggiamente.
Ma ha ragione lui abbiamo tutta la notte per noi.
Ci immergiamo nell’acqua calda della grande vasca, incapaci di allontanarci l’uno dall’altra.
Lui sotto di me, Io sdraiata su di lui, con la mia schiena lungo il suo petto La mia testa appoggiata di fianco al suo viso, sulla sua spalla, la sua bocca, accanto al mio orecchio.
E lì in quel silenzio, in quel calore, avvolti da quel profumo inizia a parlare con voce bassa.
“La sera in cui ci siamo conosciuti avevo litigato con lei.  Accadeva molto spesso anche per le ragioni più futili, perchè la verità era che non l’amavo non l’avevo mai veramente amata. Non ti ho mentito quando ti ho detto che ciò che è accaduto tra noi quella sera non mi era mia successo prima.... ma tu ... non so perchè ... fin dal primo istante ... eri diversa....”
Mentre parla la sua bocca così vicina mi bacia, il suo alito mi scalda, le sue braccia mi stringono forte.
“Quando ti ho rivista in azienda... mi si è fermato il cuore ... e quando tu hai visto Tanya e hai capito.... avrei voluto venirti incontro... abbracciarti ... far sparire quell’ombra di dolore dal tuo volto... dicendoti che non l’amavo .... ma mi sono spaventato ... come diavolo poteva essere che io sentissi il bisogno di giustificarmi ... di spiegarti ....  Non capivo i miei sentimenti per te ... non li ha mai davvero capiti fino al giorno in cui ....”
Chiudo gli occhi, sento che quello che mi sta per dire mi farà male.
“Avevo deciso di mettere fine al nostro ... gioco al massacro... troppi rischi, sensi di colpa.... sofferenza .... e..... ho pensato che l’unica maniera per allontanarti da me ... fosse .... con la crudeltà....”
“Edward ... ti prego....”
“No ... fammi continuare .....e quindi ... ho fatto ... quel che ho fatto... ma quando ho sentito il tuo sguardo su di me... quando ho visto l’orrore sul tuo volto ... ho capito che enorme errore avessi fatto... imperdonabile.... appunto... quello che volevo.... e quando ti ho trovata ubriaca e priva di sensi ... avrei voluto morire ... perchè io ti amavo ... io ti amo ...e odiavo quello che ti avevo fatto ... quello che avevo fatto a noi .....”
“Lo so Edward ... credo di averlo capito negli anni .....”
“e quando sei scomparsa ... il mondo intorno a me si è fermato.... per tre anni non ho vissuto veramente ...ti ho cercata per un pò ... poi ho lasciato perdere.... ti rispettavo e amavo troppo per .... forzarti a tornare da me .... ma ora che sei qui .... non ce la faccio .... non  è più possibile... e so che sarà difficile.... ma se sei qui con me ora .... Tu non lo ami vero?.....”
“No. Ma ho bisogno di capire .. di capire tante cose Edward .... tante cose che non so, che non mi hai detto ....Nemmeno tu la ami ... eppure allora come oggi tornavi da lei ... Dio ... Te la scopavi mentre scopavi me .. non riesco a capire.....”
“Per quanto possa essere ... incomprensibile... io non scopavo con te ... credo di non averlo mai fatto ..... con te è stato amore fin dal primo momento.... solo... non l’avevo capito .... non l’avevo riconosciuto ....”
“Ho sposato ... lei ... quando credevo che non avrei mai amato nessuno ... sull’onda di un terribile senso di colpa... che ha condizionato ... la mia vita .... C’è stato un .....incidente dieci anni fa..... lei ha perso i suoi genitori ed è stata in fin di vita per due mesi ....e la colpa era mia .... e .... nell’incidente ... era ferita gravemente ..... hanno dovuto fare  molti interventi.... non potrà mai avere di figli .... non ha più i suoi genitori ... ed è stata colpa mia .... come avrei potuto lasciarla..... mi ha sempre detto che le rimanevo solo io ... che ero l’unica persona che amava rimasta al mondo ... quella sera eravamo usciti tutti e quattro insieme.... e invece di riaccompagnarli a casa ... come era stato previsto ... ho ricevuto una chiamata ..e ..... Bella ... non sono mai stato un santo ... come ti ho detto .. non l’amavo... come non la amo ora ... all’epoca vedevo un’altra donna, Victoria..... mi ha chiamato per raggiungerla più tardi ... e per colpa di una scopata senza senso .... l’ennesima... la vita di Tanya si era trasformata in un inferno..... E’ stata colpa mia ... se non me ne fossi andato... se avessi guidato io ... forse tutto questo non sarebbe successo .... Il padre di Tanya aveva bevuto .. non era in grado ...e io avrei dovuto capirlo ... capire a che rischio li stavo esponendo ...Non ha visto il semaforo rosso .... ed un camion li ha presi in pieno.... e sono morti ....”
“Oddio Edward ... mi dispiace....”
“E da allora .. fino a che non ti ho incontrata... sono stato un buon marito ... non l’ho mai più tradita ....e per questo all’inizio ti odiavo ... perchè sapevo che non sarei più riuscito a tener fede al patto che avevo fatto con me stesso ...sentivo che avrei dovuto ripagare la loro vita con la mia .... ma non avevo capito che la mia vita a quel punto sei diventata ... tu ....”
Sento le sua mano scendere, accarezzarmi il seno, la pancia e infilarsi tra le mie cosce.
Mi accarezza in silenzio ora .... e mentre infila un dito tra le mie labbra, nel mio sesso gonfio, continua.
“Non posso cancellare quello che ho fatto a lei .... ma posso tentare di fare pace con me stesso... e tu sei la ragione per la quale lo voglio fare, ci voglio provare. Perchè ho capito davvero cosa vuol dire essere morto ... stare senza di te per me è come essere morto.. e sarò anche un bastardo egoista ma ora voglio vivere ...”
Le sue dita ora sono dentro di me e mi penetrano pigramente, giro il mio viso e interrompo il suo discorso, il suo dolore, e inizio a baciarlo lentamente profondamente.
Le sue dita pompano sempre più veloci. fino a farmi venire in braccio a lui.
Chiudo gli occhi.
“Anche io ti amo .E non rinuncerò più a te. Edward Cullen.”

lunedì 12 dicembre 2011

CAPITOLO 23


BPOV 

Mi allontano dalla pista da ballo con il viso arrossato dall’emozione.
La sensazione di trovarmi di nuovo tra quelle braccia è stata così intensa. 
E le sue parole così crude e così vere.
Nella mia testa si confondono mille pensieri.

Il nostro breve passato. 
Lui mi ha cercata. Dio... mi ha cercata davvero.
E sembrava disperato quanto me.
Quanto tempo passato a pensarlo, quante cose fatte dettate dai miei sentimenti verso di lui 
Ho sposato Mike per le ragioni sbagliate. 
L’ho sempre saputo. 
Solitudine, vendetta, ambizione.
Nessuna di queste dovrebbe essere la base per un’unione intima.

Il mio desiderio per Edward. Un bisogno così prepotente da causarmi un dolore fisico in questo momento. E di nuovo un sottile senso di colpa verso mio marito. 
Ma so che anche Mike mi ha sposata per ragioni più attinenti al proprio ego, che ai suoi sentimenti per me.
Ero la moglie perfetta. Sotto molti punti di vista. 
Non mi illudo sul fatto che mi ami veramente. Non ci spero neppure. Aggraverebbe il senso di vuoto e di fallimento che già sento così.

Il dolore che provo è legato anche a questo.
Ho sempre sentito come una verità incontestabile, che se io ed Edward ci fossimo incontrati in un momento differente da quello in cui è accaduto, forse sarebbe nato qualcosa di vero e profondo.

L’attrazione tra noi non era soltanto fisica.

Ma non è bastata.

Ci siamo fatti del male e così tanto. 

Il giorno che ha determinato la svolta nella mia vita è stato quello in cui l’ho conosciuto, ma quello che l’ha definita per come è oggi, è stato il giorno in cui lui, consapevolmente, mi ha allontanata nel modo più spregevole possibile. Obbligandomi a vederlo con sua moglie.
Quelle immagini si sono fissate nei miei ricordi per sempre. E fanno ancora male oggi, come allora.

Mentre lentamente mi dirigo al nostro tavolo sento i suoi passi dietro di me.
Mi domando se qualcuno ha notato che abbiamo lasciato il nostro ballo a metà.
I suoi occhi sono bassi.
Evita il mio sguardo.
Al tavolo Mike e Tanya stanno chiacchierando amabilmente come due vecchi amici.
Lui fa lo spiritoso, le sorride.
Mentre parlano i loro sguardi brillano.
Lo conosco quello sguardo. E’ intrigato da lei.
Dovrei sentirmi offesa o gelosa. Ma ovviamente non lo sono. 
Mi urta molto di più vedere lei con Edward.

Aro Volturi prende la parola. Richiamando a sè l’attenzione di tutti.

“Bene signori, è stata una serata molto piacevole ed interessante” e nel dire questo il suo sguardo si posa su di me.

“Entrambe le vostre agenzie hanno fatto proposte degne della mia attenzione.... mi trovo dunque in difficoltà nel affidare all’una o all’altra l’esclusiva.... e vedo d’altronde che la notoria competizione tra di voi forse non è altro che il frutto di lingue malevole.... Vorrei dunque che consideraste l’ipotesi di un lavoro congiunto su questo progetto, mettendo insieme la professionalità dimostrata negli anni della Cullen Enterprise e la vivacità e la passione che trasuda dal progetto Newton. Vi prego di considerare la mia proposta e di ripresentarvi tra due settimane con un progetto congiunto. Il profitto sarà comunque allettante per tutti noi. Auguro un buon proseguimento a tutti voi”

Mentre lo osservo noto un sorriso malevolo dipingersi sul suo volto.
Si alza e si dirige verso l’uscita della sala, seguito dai suoi fedeli segugi.
Avrei giurato che il contratto fosse nostro. Ma ora le carte in tavola sono cambiate lasciando tutti gli astanti a bocca aperta.
Mio marito si china per qualche secondo a parlare in un orecchio a Tanya. Lei si morde le labbra ed arrossisce.
Edward nota questo passaggio, ed in pochi secondi il suo sguardo si posa su di me.
E come me non appare per nulla turbato dall’evidente dialogo segreto che intercorre tra i nostri coniugi.
Piuttosto sembra leggermi nel pensiero. 
Aro Volturi è un dannato figlio di buona donna che ama giocare con le vite altrui. Questa serata gli ha dato un nuovo spunto, senza mettere a rischio la propria azienda, anzi permettendogli di ottenere, se possibile, un servizio ancora migliore.
Dal momento che non ha ottenuto da me ciò che voleva ha deciso di divertirsi alle nostre spalle. La gelosia di Edward non gli deve essere sfuggita ed ha deciso di metterci alla prova.
Non di meno deve aver notato gli scambi tra Mike e Tanya.
L’idea di Aro è folle.
Mi ritrovo arrabbiata e frustrata per aver visto svanire un contratto su cui avevo lavorato con tutta me stessa per due anni. Mi ritrovo destabilizzata al pensiero che questo cambiamento richiederà necessariamente del lavoro gomito a gomito con Edward. Ed il mio proposito di lasciarmelo alle spalle si fa sempre più debole.

Anche Mike si alza dal tavolo, il suo sguardo è ora su di me, sembra imbarazzato e ... arrabbiato?
Mi chiede se mi può parlare per un secondo. Annuisco, ci scusiamo e ci allontaniamo dal tavolo.

“Isabella, che cazzo hai fatto? Il contratto era nostro per Dio! Non potevi essere un pochino .. più .. condiscendente? Lo avevi notato anche tu che Aro aveva un interesse particolare nei tuoi confronti! cazzo.. non potevi sfruttarlo a nostro vantaggio?”

“Mike... stai scherzando vero? In questi mesi il suo intento esplicito è stato quello di portarmi a letto .. e ora tu mi dici che avrei dovuto accettare?”

“No ... no .. amore .. ma bastava farglielo credere no?”

“No Mike... non sarebbe bastato, questa sera aveva intenzione di portarmi in camera sua ... e credo davvero che il contratto non sarebbe stato firmato se non dopo ....”

“Ok .. ok .. scusa ho esagerato .. allora ascolta.. facciamo così .. non so perchè ma i Cullen hanno due camere separate.... Ora .. tu hai lavorato con Cullen per un pò vero? Pensavo .. perchè non gli proponi ora di salire in camera sua e convincerlo a mostrarti il loro progetto ... forse siamo ancora in grado di trovare una soluzione alle loro spalle usando anche il loro lavoro...Io nel frattempo mi occuperò della moglie. Il cervello è lui .. lei ... non vale nulla e si sta annoiando .. magari le posso proporre di discutere di lavoro in qualche locale .. insomma lavorarmela un pò mentre tu ti lavori Cullen ... che dici?”

“Mike ... credimi .. non sai cosa mi stai chiedendo...”

“Lo so amore che quello è uno stronzo che non hai mai potuto vedere ... cazzo non sei riuscita nemmeno a portare a termine un ballo con quel coglione! E’ per questo che mi fido di te ... devi farlo per noi.”

“No Mike ... no ... non posso... non è corretto ... accettiamo la proposta di Aro così com’è .. lavoriamo con loro .. in ufficio ... domani cercheremo di .... cercheremo di capire come ...”

“Cazzo Isabella! Ma che fottuta santa sei diventata?”

“Mike ... non un’altra parola perchè ti giuro che ...”

“Ok.. scusa ..è che sono nervoso .. non mi aspettavo un epilogo simile ... vai comunque da Cullen .. cerca di fartelo piacere .. e cerca di capire almeno se lui per primo non ha intenzione di fottere noi ...ok?”

Ohhhh Mike ... non c’è bisogno che vada da Cullen per verificare quanta voglia abbia di fottermi .. 

E per quanto mi sembri incredibile ... pare che questa notte io salirò davvero nell’attico di Edward.

Oh Dio.
CAPITOLO 22

BPOV

“Bella, tesoro, che fai ancora in piedi? Mi sono svegliato e ho visto che non sei venuta affatto a letto stanotte”
”Oh, nulla caro, riguardavo la proposta Pike, voglio memorizzare ogni dettaglio prima di domani sera, Dobbiamo essere più forti della Cullen Ent. Se vogliamo accaparrarcelo, ed essere sicuri di avere la mano vincente” 
Tolgo gli occhiali e stropiccio il mio viso con la mano. Sono stanchissima, ma questa proposta deve essere perfetta. Ci ho lavorato per ben 2 anni, studiando l’andamento del mercato azionario e tutti i loro precedenti. So tutto della Pike. E’ la più grossa industria di articoli sportivi a livello mondiale. E’ una enorme opportunità, e io non voglio perdermela, avrebbe fatto della Newton Corp.  la capolista delle advertising agency.
E avrebbe sorpassato la Cullen Ent. in quotazioni.
E io avrei avuto la mia piccolissima rivincita. Avrei fatto vedere a tutti quello di cui ero capace. Avrei fatto vedere ad Edward quanto valgo.
Accidenti! No. Questa è la mia vita, la mia carriera, il mio matrimonio. Non hanno nulla a che fare con lui. Non voglio pensare a tutto questo come una ridicola meschina vendetta nei suoi confronti.
Sono stanca.  Devo riposare.
“Non temere, tesoro, faremo un figurone con le nostre proposte di cura della campagna pubblicitaria” aggiunse Mike con tono stanco.
Certo… la nostra… praticamente ci ho lavorato solo io…
Andiamo a letto entrambi,  e Mike non perde occasione per allungare le mani, ma io sono troppo stanca e non ho la testa in questo momento per i miei “doveri coniugali”.
Resto sveglia per un po’.  Ogni volta che vado a letto la mia mente viene costantemente invasa da lui. No, non mio marito. Lui. Edward.
All’inizio del matrimonio avevo paura che di notte, sognando, avessi potuto dire qualcosa di compromettente, come il suo nome,  ma avevo imparato presto che il sonno di Mike era pesantissimo e questo mi aveva dato un po’ di sollievo. E con il passare del tempo avevo educato la mia mente a pensare esclusivamente al mio lavoro.
Ma non ho mai dimenticato.
Edward Cullen non si dimentica.
Sospiro pensando alle differenze tra lui e Mike. Mike è stata una scelta ponderata. E’ stato cortese con me, mi ha corteggiata a lungo, senza mai mollare l’osso, abbiamo cominciato a lavorare insieme e il tempo passato con lui era diventato piacevole, confortevole, pensavamo quasi esclusivamente al lavoro e ci siamo ritrovati insieme alla fine. E’ un buon sodalizio. E’ stato… accettabile. Tranquillità economica, un’ottima posizione sociale, un lavoro stimolante, una bella casa, intimità… passabile.
Non potevo chiedere di più.
Ok, l’intimità non è strepitosa e Mike non è certo un dio del sesso, ma io avevo imparato a prendere quello che volevo.
E avevo imparato a non fare confronti.
Ma qui, nel momento tra le attività quotidiane e quello onirico, in questo piccolo istante il mio pensiero vola irrefrenabile a Lui. Alle sue mai, alla sua bocca, alla sua voce nelle mie orecchie quando era rapito dal desiderio, al suo viso contratto dall’orgasmo che io gli davo.
Non potevo fare a meno, allora, di pensare al Mike-sex come ad un’attività regolare, tranquilla, che mi accendeva come una lampadina, e all’ Edward-sex , sconvolgente, trascendente, schiavizzante, additivo, che mi faceva esplodere come una supernova!
Ma non era solo sesso. Tra noi due c’era un legame profondo, una connessione inspiegabile, una perfezione matematica, un’attrazione impossibile da combattere, una connessione a livello molecolare.
Non potevo pretendere tutto questo da Mike Newton.
Mike era una scelta accettabile, un compromesso bilanciabile.
Edward era il paradiso e l’inferno, il sublime e il catastrofico.
Avevo scelto di sopravvivere.
***
Ok. Ok ok ok. Ce la posso fare.
Inspiro ed espiro cercando di calmare i miei nervi.
Il ricevimento è iniziato e si tiene qui nel nostro albergo. Mike è già sceso per fare un po’dì di public relations prima di cena.
Ho speso questi minuti per ritoccare il trucco, sistemare meglio il vestito e… cercare di respirare!!!
Ripeto il mio mantra cantilenando sottovoce:
“sono una donna sicura di se,
del proprio lavoro,
della propria posizione,
se voglio mi mangio tutti a colazione!”
Un’ultima occhiata allo specchio. Capelli raccolti morbidamente dietro la nuca con qualche ciocca ad incorniciare il viso, check; trucco smoke-hot, check; vestito nero scollatissimo, check; tanga-che-non-mi-servirà-a-niente-quando-vedrò-Edward, check.
Vado.
***
Un valletto mi accompagna nel salone dei ricevimenti magnificamente allestito dall’associazione.
Ho un de-ja-vù.
No. Nonononono. Non andrà come l’altra volta.
Respiro. Tiro su la testa. Prendo coscienza di chi sono ora.
Entro.
Mi guardo intorno e assesto tutti gli invitati. Prendo al volo un flute di champagne da un vassoio.
Li vedo.
Lo vedo.
Mi sento pervadere da un calore dimenticato. Un fuoco mai sopito.
-          Bè vedi di spegnerlo ora, Swan!!! ... Newton!! Newton, voglio dire Newton!
Mi vede.
Agganciamo gli sguardi.
Non so bene identificare quello che vede nei suoi occhi… emozione, sollievo, passione, durezza, freddezza,… forse tutte queste cose in fila…
“Bella, eccoti cara finalmente!” Mike mi porge la mano avvicinandomi agli ospiti.
“Signori, posso presentarvi mia moglie Isabella Swan Newton, la mente dell’intero progetto”
Mike mi sta esponendo come un trofeo.
Lo lascio fare.
Azzardo rapidi sguardi ad Edward, ha una postura rigida e la mano con il bicchiere in mano ha le nocche bianche.
Conversiamo amabilmente su assolutamente niente in particolare, quando viene servita la cena.
La disposizione dei posti a tavola è canonica.
A capotavola c’era Aro Volturi il capo indiscusso dello staff manageriale della Pike, con ai lati i suoi fedeli consiglieri Marcus e Caius, io e Mike a seguire e Edward e Tanya di fronte a noi. Sembrava una gara a ruba bandiera.
“Signora Newton, mi permetto di dire che trovo la sua proposta di campagna pubblicitaria assolutamente brillante” Aro inizia la partita con voce melliflua. Mi guarda come se volesse leggermi il pensiero.
“Grazie Dottor Volturi, è stato un grande impegno, ma lo abbiamo realizzato con gran passione” rispondo professionalmente.
“Oh, non c’è dubbio, non c’è dubbio. Ed è questo che noi della Pike cerchiamo… passione”
Avrei giurato di sentire mormorare qualcosa come –figlio di puttana- da Edward, ma non potevo esserne sicura.
Si aprono le danze e come previsto Aro mi chiede di ballare.
Il suo tocco e il suo sguardo mi mettono a disagio. Mike è perfettamente al corrente che non mi piace avere a che fare direttamente con lui, ma non ha mai fatto o detto nulla in proposito.
“Lei è una deliziosa ballerina… Isabella…”
“Grazie… Aro. Mi fa molto piacere che lei abbia apprezzato la nostra proposta in diretta concorrenza con la sua agenzia di sempre, la Cullen”
“La Cullen è un’ottima agenzia, ma… io sono sempre aperto a nuove opportunità… specialmente se guidate da una bellissima donna come lei”
Adesso cominciavo veramente a sentirmi come una preda, Aro era veramente un succhiasangue nel suo campo e prendeva tutto ciò su cui allungava le mani. Non sapevo bene come uscire da questa situazione.
“Potremmo discutere del suo progetto… io e lei.. più tardi… magari nella mia suite-“
“Posso avere l’onore di questo ballo con Isabella, Aro?” Interrompe Edward prima che Aro potesse concludere la sua schifosa avance.
Aro irrigidendosi si volta verso di lui “Ma certamente… a più tardi mia cara” e si allontana dopo avermi baciato la mano.
“Edward” Ero sopraffatta da una moltitudine di sensazioni. Sollievo per il salvataggio dall’avvoltoio, eccitazione per le braccia di Edward che ora mi stavano cingendo in modo sicuro, protettivo e gentile.
“Isabella”
“Sei bellissima. Sei ancora più bella di quanto ricordassi.”
Alzai lo sguardo ai suoi occhi.
C’era tutto quello che c’era sempre stato. Era ancora lì immutato. Per me.
“Grazie. Grazie di essere venuto in mio soccorso. Quell’uomo mi da i brividi”
Si irrigidì.
“Non mi piace come ti parla. Non mi piace come ti guarda. Isabella, Aro è un uomo pericoloso-“
“Edward. Sono qui per la campagna pubblicitaria. Ci ho lavorato sopra due anni. Due fottuti anni. Non lascerò che le sue patetiche avances rovinino il mio lavoro. Sono disposta a tutto per avere la Pike”
“Sei disposta a tutto? Ed esattamente cosa arriveresti a fare? Eh?” I suoi occhi ora erano ghiaccio, le sue labbra chiuse in una linea forzata.
La mia reazione è istintiva. Voglio schiaffeggiarlo. Ma lui è più svelto di me e mi forza nella posizione della danza. Nessuno oltre noi può notare alcun cambiamento.
Improvvisamente il suo atteggiamento cambia. Il suo tocco ora si ammorbidisce e la sua stretta si fa più tenera.
“Perché sei andata via… Isabella… sono impazzito quando sei scomparsa. Ho pensato le cose peggiori. Ti ho cercata, ma tu ti eri letteralmente volatilizzata. Non riuscivo a lavorare, non riuscivo nemmeno più a pensare… ti sei portata via tutto, tutto quello che…”
“Cosa, cosa Edward?” ti prego finisci la frase, ti prego dimmi che sei morto dentro come me…
Non mi dice nulla. Continua a guardarmi, continua ad accarezzarmi impercettibilmente. Sta facendo l’amore con me con la sua testa, io sto facendo l’amore con il suo silenzio carico di tutto quello che non ci confesseremo mai. I nostri corpi parlano per noi. Ogni centimetro della mia pelle lo accarezza. Ogni suo sguardo mi parla del suo tormento.
“Isabella… ho un’altra suite prenotata all’attico… ti prego… stanotte vieni da me…”
“Non posso Edward… ti prego… non posso”
“Per Newton? Perché ti sei sposata quel coglione?”
“Edward. Mike è mio marito. E’ un buon marito-“
“Ma non farmi ridere. E’ una testa di cazzo. Tutti nel nostro campo sanno che la mente della Newton sei tu. Era un idiota e sempre lo sarà. Perché lo hai sposato? Ha cura di te? Si occupa dei tuoi bisogni?”
“Perché? Tu avresti avuto cura di me? Ti saresti occupato dei miei bisogni?”
Mi stringe più forte. Avvicina la bocca al mio orecchio. Sussurra.
“Ti scopa come facevo io? Ti fa venire la pelle d’oca ad ogni suo tocco, come sto facendo io ora? Ti fa VENIRE come facevo io..?”
“Edward…”
“Rispondimi…”
Nessuno… nessuno mai mi farà provare quello che mi hai fatto provare tu, quello che mi fai provare tu…
“No…”
Lo lascio lì. Non posso più resistere. Sono sua. Lui lo sa. Sono sempre stata sua e sempre lo sarò