lunedì 12 dicembre 2011

CAPITOLO 22

BPOV

“Bella, tesoro, che fai ancora in piedi? Mi sono svegliato e ho visto che non sei venuta affatto a letto stanotte”
”Oh, nulla caro, riguardavo la proposta Pike, voglio memorizzare ogni dettaglio prima di domani sera, Dobbiamo essere più forti della Cullen Ent. Se vogliamo accaparrarcelo, ed essere sicuri di avere la mano vincente” 
Tolgo gli occhiali e stropiccio il mio viso con la mano. Sono stanchissima, ma questa proposta deve essere perfetta. Ci ho lavorato per ben 2 anni, studiando l’andamento del mercato azionario e tutti i loro precedenti. So tutto della Pike. E’ la più grossa industria di articoli sportivi a livello mondiale. E’ una enorme opportunità, e io non voglio perdermela, avrebbe fatto della Newton Corp.  la capolista delle advertising agency.
E avrebbe sorpassato la Cullen Ent. in quotazioni.
E io avrei avuto la mia piccolissima rivincita. Avrei fatto vedere a tutti quello di cui ero capace. Avrei fatto vedere ad Edward quanto valgo.
Accidenti! No. Questa è la mia vita, la mia carriera, il mio matrimonio. Non hanno nulla a che fare con lui. Non voglio pensare a tutto questo come una ridicola meschina vendetta nei suoi confronti.
Sono stanca.  Devo riposare.
“Non temere, tesoro, faremo un figurone con le nostre proposte di cura della campagna pubblicitaria” aggiunse Mike con tono stanco.
Certo… la nostra… praticamente ci ho lavorato solo io…
Andiamo a letto entrambi,  e Mike non perde occasione per allungare le mani, ma io sono troppo stanca e non ho la testa in questo momento per i miei “doveri coniugali”.
Resto sveglia per un po’.  Ogni volta che vado a letto la mia mente viene costantemente invasa da lui. No, non mio marito. Lui. Edward.
All’inizio del matrimonio avevo paura che di notte, sognando, avessi potuto dire qualcosa di compromettente, come il suo nome,  ma avevo imparato presto che il sonno di Mike era pesantissimo e questo mi aveva dato un po’ di sollievo. E con il passare del tempo avevo educato la mia mente a pensare esclusivamente al mio lavoro.
Ma non ho mai dimenticato.
Edward Cullen non si dimentica.
Sospiro pensando alle differenze tra lui e Mike. Mike è stata una scelta ponderata. E’ stato cortese con me, mi ha corteggiata a lungo, senza mai mollare l’osso, abbiamo cominciato a lavorare insieme e il tempo passato con lui era diventato piacevole, confortevole, pensavamo quasi esclusivamente al lavoro e ci siamo ritrovati insieme alla fine. E’ un buon sodalizio. E’ stato… accettabile. Tranquillità economica, un’ottima posizione sociale, un lavoro stimolante, una bella casa, intimità… passabile.
Non potevo chiedere di più.
Ok, l’intimità non è strepitosa e Mike non è certo un dio del sesso, ma io avevo imparato a prendere quello che volevo.
E avevo imparato a non fare confronti.
Ma qui, nel momento tra le attività quotidiane e quello onirico, in questo piccolo istante il mio pensiero vola irrefrenabile a Lui. Alle sue mai, alla sua bocca, alla sua voce nelle mie orecchie quando era rapito dal desiderio, al suo viso contratto dall’orgasmo che io gli davo.
Non potevo fare a meno, allora, di pensare al Mike-sex come ad un’attività regolare, tranquilla, che mi accendeva come una lampadina, e all’ Edward-sex , sconvolgente, trascendente, schiavizzante, additivo, che mi faceva esplodere come una supernova!
Ma non era solo sesso. Tra noi due c’era un legame profondo, una connessione inspiegabile, una perfezione matematica, un’attrazione impossibile da combattere, una connessione a livello molecolare.
Non potevo pretendere tutto questo da Mike Newton.
Mike era una scelta accettabile, un compromesso bilanciabile.
Edward era il paradiso e l’inferno, il sublime e il catastrofico.
Avevo scelto di sopravvivere.
***
Ok. Ok ok ok. Ce la posso fare.
Inspiro ed espiro cercando di calmare i miei nervi.
Il ricevimento è iniziato e si tiene qui nel nostro albergo. Mike è già sceso per fare un po’dì di public relations prima di cena.
Ho speso questi minuti per ritoccare il trucco, sistemare meglio il vestito e… cercare di respirare!!!
Ripeto il mio mantra cantilenando sottovoce:
“sono una donna sicura di se,
del proprio lavoro,
della propria posizione,
se voglio mi mangio tutti a colazione!”
Un’ultima occhiata allo specchio. Capelli raccolti morbidamente dietro la nuca con qualche ciocca ad incorniciare il viso, check; trucco smoke-hot, check; vestito nero scollatissimo, check; tanga-che-non-mi-servirà-a-niente-quando-vedrò-Edward, check.
Vado.
***
Un valletto mi accompagna nel salone dei ricevimenti magnificamente allestito dall’associazione.
Ho un de-ja-vù.
No. Nonononono. Non andrà come l’altra volta.
Respiro. Tiro su la testa. Prendo coscienza di chi sono ora.
Entro.
Mi guardo intorno e assesto tutti gli invitati. Prendo al volo un flute di champagne da un vassoio.
Li vedo.
Lo vedo.
Mi sento pervadere da un calore dimenticato. Un fuoco mai sopito.
-          Bè vedi di spegnerlo ora, Swan!!! ... Newton!! Newton, voglio dire Newton!
Mi vede.
Agganciamo gli sguardi.
Non so bene identificare quello che vede nei suoi occhi… emozione, sollievo, passione, durezza, freddezza,… forse tutte queste cose in fila…
“Bella, eccoti cara finalmente!” Mike mi porge la mano avvicinandomi agli ospiti.
“Signori, posso presentarvi mia moglie Isabella Swan Newton, la mente dell’intero progetto”
Mike mi sta esponendo come un trofeo.
Lo lascio fare.
Azzardo rapidi sguardi ad Edward, ha una postura rigida e la mano con il bicchiere in mano ha le nocche bianche.
Conversiamo amabilmente su assolutamente niente in particolare, quando viene servita la cena.
La disposizione dei posti a tavola è canonica.
A capotavola c’era Aro Volturi il capo indiscusso dello staff manageriale della Pike, con ai lati i suoi fedeli consiglieri Marcus e Caius, io e Mike a seguire e Edward e Tanya di fronte a noi. Sembrava una gara a ruba bandiera.
“Signora Newton, mi permetto di dire che trovo la sua proposta di campagna pubblicitaria assolutamente brillante” Aro inizia la partita con voce melliflua. Mi guarda come se volesse leggermi il pensiero.
“Grazie Dottor Volturi, è stato un grande impegno, ma lo abbiamo realizzato con gran passione” rispondo professionalmente.
“Oh, non c’è dubbio, non c’è dubbio. Ed è questo che noi della Pike cerchiamo… passione”
Avrei giurato di sentire mormorare qualcosa come –figlio di puttana- da Edward, ma non potevo esserne sicura.
Si aprono le danze e come previsto Aro mi chiede di ballare.
Il suo tocco e il suo sguardo mi mettono a disagio. Mike è perfettamente al corrente che non mi piace avere a che fare direttamente con lui, ma non ha mai fatto o detto nulla in proposito.
“Lei è una deliziosa ballerina… Isabella…”
“Grazie… Aro. Mi fa molto piacere che lei abbia apprezzato la nostra proposta in diretta concorrenza con la sua agenzia di sempre, la Cullen”
“La Cullen è un’ottima agenzia, ma… io sono sempre aperto a nuove opportunità… specialmente se guidate da una bellissima donna come lei”
Adesso cominciavo veramente a sentirmi come una preda, Aro era veramente un succhiasangue nel suo campo e prendeva tutto ciò su cui allungava le mani. Non sapevo bene come uscire da questa situazione.
“Potremmo discutere del suo progetto… io e lei.. più tardi… magari nella mia suite-“
“Posso avere l’onore di questo ballo con Isabella, Aro?” Interrompe Edward prima che Aro potesse concludere la sua schifosa avance.
Aro irrigidendosi si volta verso di lui “Ma certamente… a più tardi mia cara” e si allontana dopo avermi baciato la mano.
“Edward” Ero sopraffatta da una moltitudine di sensazioni. Sollievo per il salvataggio dall’avvoltoio, eccitazione per le braccia di Edward che ora mi stavano cingendo in modo sicuro, protettivo e gentile.
“Isabella”
“Sei bellissima. Sei ancora più bella di quanto ricordassi.”
Alzai lo sguardo ai suoi occhi.
C’era tutto quello che c’era sempre stato. Era ancora lì immutato. Per me.
“Grazie. Grazie di essere venuto in mio soccorso. Quell’uomo mi da i brividi”
Si irrigidì.
“Non mi piace come ti parla. Non mi piace come ti guarda. Isabella, Aro è un uomo pericoloso-“
“Edward. Sono qui per la campagna pubblicitaria. Ci ho lavorato sopra due anni. Due fottuti anni. Non lascerò che le sue patetiche avances rovinino il mio lavoro. Sono disposta a tutto per avere la Pike”
“Sei disposta a tutto? Ed esattamente cosa arriveresti a fare? Eh?” I suoi occhi ora erano ghiaccio, le sue labbra chiuse in una linea forzata.
La mia reazione è istintiva. Voglio schiaffeggiarlo. Ma lui è più svelto di me e mi forza nella posizione della danza. Nessuno oltre noi può notare alcun cambiamento.
Improvvisamente il suo atteggiamento cambia. Il suo tocco ora si ammorbidisce e la sua stretta si fa più tenera.
“Perché sei andata via… Isabella… sono impazzito quando sei scomparsa. Ho pensato le cose peggiori. Ti ho cercata, ma tu ti eri letteralmente volatilizzata. Non riuscivo a lavorare, non riuscivo nemmeno più a pensare… ti sei portata via tutto, tutto quello che…”
“Cosa, cosa Edward?” ti prego finisci la frase, ti prego dimmi che sei morto dentro come me…
Non mi dice nulla. Continua a guardarmi, continua ad accarezzarmi impercettibilmente. Sta facendo l’amore con me con la sua testa, io sto facendo l’amore con il suo silenzio carico di tutto quello che non ci confesseremo mai. I nostri corpi parlano per noi. Ogni centimetro della mia pelle lo accarezza. Ogni suo sguardo mi parla del suo tormento.
“Isabella… ho un’altra suite prenotata all’attico… ti prego… stanotte vieni da me…”
“Non posso Edward… ti prego… non posso”
“Per Newton? Perché ti sei sposata quel coglione?”
“Edward. Mike è mio marito. E’ un buon marito-“
“Ma non farmi ridere. E’ una testa di cazzo. Tutti nel nostro campo sanno che la mente della Newton sei tu. Era un idiota e sempre lo sarà. Perché lo hai sposato? Ha cura di te? Si occupa dei tuoi bisogni?”
“Perché? Tu avresti avuto cura di me? Ti saresti occupato dei miei bisogni?”
Mi stringe più forte. Avvicina la bocca al mio orecchio. Sussurra.
“Ti scopa come facevo io? Ti fa venire la pelle d’oca ad ogni suo tocco, come sto facendo io ora? Ti fa VENIRE come facevo io..?”
“Edward…”
“Rispondimi…”
Nessuno… nessuno mai mi farà provare quello che mi hai fatto provare tu, quello che mi fai provare tu…
“No…”
Lo lascio lì. Non posso più resistere. Sono sua. Lui lo sa. Sono sempre stata sua e sempre lo sarò

1 commento:

roxlafredda ha detto...

Era oraaaaaaaaa....l'ho aspettato una vita...sto nuovo capitoloooooooooo.....:)