Capitolo 11
BPOV
“You let me violate you
You let me desecrate you
You let me penetrate you
You let me complicate you
Help me; I've got no soul to sell
Help me; I broke apart my insides
Help me; the only thing that works for me
Help me get away from myself
I wanna fuck you like an animal
I wanna feel you from the inside
I wanna fuck you like an animal
My whole existence is flawed
You get me closer to God…”
“… oddddioooo… “ allungo la mano verso la radiosveglia che continuava a pompare il ritmo e le parole di quella fottuta canzone.
Sembrava cantata da Edward.
Sembrava scritta per noi cazzo.
La testa mi scoppia. Che idea grandiosa fare una festa di lunedì sera…
Mi giro nel letto incerta su cosa fare, su cosa pensare.
Chiamo e dico che sto male.
Si. Faccio così.
Sto male sul serio.
Ripenso al nostro primo incontro. Era innocente. Cioè non proprio innocente, ma non sapevamo nulla l’una dell’altro.
Ora sapevamo.
Ora c’era un accordo.
E abbiamo fottuto l’accordo.
“hahahahah… abbiamo fottuto l’accordo! Che cazzo di ironia!”
Abbiamo fottuto l’accordo e ci siamo fottuti a vicenda. Bè, non proprio fottuti… tecnicamente no… certo… se vogliamo sottilizzare ci siamo andati molto vicino, anzi anche più a fondo… magari non propriamente a fondo…
“AAARRGHHH!” mi si sta fottendo anche il cervello!!!
Edward…
Non mi sono mai sentita così, sono sempre stata quella in controllo, ho una vita regolare, un lavoro regolare, una casa regolare, relazioni regolari, sesso con il mio vibratore regolare…
Che palle però.
Se ero andata in quel locale quella sera era perché proprio soddisfattissima non ero.
Se ho lasciato che Edward mi riducesse ad una sgualdrinella vogliosa per ben due volte, allora vuol dire che voglio di più.
No. Non voglio di più.
Voglio lui.
Una serie di cose mi sono state chiare fin da ieri sera:
1) In sua presenza non posso fare affidamento a nessuna parte razionale del mio cervello.
2) Edward accusa la mia stessa difficoltà, ne sono certa.
3) Mi ha definitivamente rovinata per qualsiasi altro uomo.
Ooooohh…. E non me lo sono neanche scopato come si deve porca troia!!!!
Ma entrambe le volte è stato lui che ha rotto l’accordo. Prima quello con sua moglie, poi quello con me.
E se non fossi la sola? Se fosse un’abitudine per lui? In fondo non lo conosco così bene. Non so nulla di lui.
E se fossi solo un diversivo per lui?
Il leone che gioca con l’agnello… prima di attaccare il suo collo e bere tutta la sua linfa vitale.
No. Non posso permetterglielo.
Andrò in ufficio.
Andrò in ufficio a testa alta e chiarirò le cose una volta per tutte.
Mi alzo di scatto in preda alla mia risoluzione.
Ah! … Cattiva mossa… la serata di ieri si sta vendicando sul mio corpo.
Una doccia mi aiuterà a rimettermi in sesto.
Così è.
Mi asciugo, noto i segni delle sue mani suoi miei fianchi.
Mi ha segnata in ogni senso.
Cerco un vestito. Qualcosa di professionale. Qualcosa di serio e intimidatorio. Scelgo il mio tailleur grigio scuro gessato, sotto una camiciola che ha ben poco della camicia e molto della sottoveste. Tacchi alti neri. Capelli raccolti. Occhiali.
Mi guardo allo specchio.
“Fantastico… ora sembro Kim Basinger in 9 settimane e ½, proprio intimidatoria, si, come no…”
Arrivo in orario alla mia postazione, salutando tutti gentilmente ma non facendo esattamente caso a quello che dicono i miei colleghi. Sento solo dei bisbigli e colgo delle parole qua e là.
“… oggi gli girano..”
“… ha tremato la parete quando ha sbattuto la porta..”
“… licenziare qualcuno…”
Licenziare? Cosa? Chi?
Oddio, mi vuole licenziare?
Il panico comincia ad impossessarsi di me, mentre mi avvicino alla mia scrivania urto il portapenne e faccio cadere tutto per terra.
“Fi-fiuuuuuhh!” sento fischiare dietro di me mentre sono chinata a porre rimedio al danno.
Il ragazzino della posta Seth. Mi sta guardando il culo.
Nello stesso istante odo chiaramente un sospiro secco.
Mi volto di nuovo e trovo Edward irrigidito sulla soglia della sua porta.
Irrigidito. Tutto.
Mi alzo sistemandomi il vestito e raccolgo tutta la mia risolutezza.
Quella poca che mi rimaneva dopo averlo visto, comunque.
“Buongiorno Mr. Cullen, se non le dispiace vorrei parlarle un momento”
Lui sembra ricomporsi. I suoi occhi gelidi “Non ora Miss Swan”
E in un attimo vedo di nuovo la sua porta chiudersi.
A chiave.
Passano le ore. Di lui nemmeno l'ombra.
La giornata è ormai al termine senza che io abbia avuto l’occasione di potergli parlare.
Sono in tensione da tutte quelle ore. Non ne posso più.
Chiaramente lui non ha alcuna intenzione di rivolgermi la parola.
Ma io devo mettere un punto. Se non altro per la mia stabilità mentale.
Sono andati via tutti ormai. Ho via libera.
Senza avvertirlo per interfono, busso alla sua porta.
“Avanti” sento la sua voce rude.
Apro la porta e lo trovo alla scrivania intento a scrivere sul suo laptop. Ha su gli occhiali e ha l’aspetto stanco, il suo viso illuminato dalla luce blu dello schermo, le dita nervose che digitano incessantemente sulla tastiera, i suoi capelli più disordinati che mai, è come guardare un Master of the Universe in tutto il suo splendore.
Alza lo sguardo su di me. Sembra colto di sorpresa e gli occhi veloci passano dallo schermo a me e viceversa, finche chiude lo schermo con un gesto secco.
“Miss Swan… credevo fosse già andata via”
“Mr. Cullen, ho davvero bisogno di parlarle”
Siamo soli, ma addio ai nomi di battesimo.
Si toglie gli occhiali, si preme per un attimo le dita sugli occhi e passa la stessa mano in mezzo ai suoi capelli.
“Bene. Si sieda pure.” Indicandomi la sedia al di là della scrivania. Formale.
Mi siedo mentre continuo a guardarlo, sembra essere sulla difensiva, i suoi gesti sono nervosi e insicuri.
“Mr. Cullen, volevo solo farle sapere che io non rappresento alcuna minaccia per lei. Quello che è successo tra noi non posso certo definirlo tra le molestie sessuali....“
“Molestie sessuali?” sussulta. “Miss Swan, il mio comportamento sicuramente deplorevole non ha niente a che fare con le molestie sessuali, in quanto le mie azioni sono state una diretta conseguenza a chiare provocazioni”
“Provocazioni? Mr. Cullen, non sono stata io ad afferrarle brutalmente il polso e trascinarla in un corridoio semibuio per poter dar sfogo ai miei istinti!” ormai ero a pochi centrimetri dal saltare dalla sedia ed afferrarlo per la gola il bastardo.
Come osava? Come osava far sembrare che tutto quello che è successo sia stato solo a causa mia?
“Oh, ma Miss Swan, io credo che lei sapesse esattamente come sarebbero andate a finire le cose. La sua non è stata nient’altro che una volgare manipolazione.”
E' agitato ma ha un ghigno stampato in faccia.
“ Che cosa?! Intende dire che tutto quello che è successo era stato da me accuratamente pianificato?! Ma come osa! Io non sono quel tipo di persona Mr. Cullen! Mi sono ritrovata per ben DUE volte sbattuta contro un muro da lei! Forse è proprio lei che mi sta manipolando!” mi ritrovo seduta in bilico sulla sedia, il mio corpo proteso in avanti e le mani piantate sulla sua scrivania.
Si protende in avanti anche lui. “Miss Swan, io non ho proprio bisogno di manipolare nessuno, potrei ottenere tutto quello che voglio da qualsiasi donna solo con uno schiocco di dita, e non ho certo bisogno di sedurre una... ragazzina che mi sventola davanti tette e culo per farmi cadere nella sua trappola!”
“Ha! Io non SVENTOLO proprio niente, e certo non a lei! Ma chi crede di essere?! Crede davvero che basti un suo gesto per farmi cadere ai suoi piedi e sottostare ai suoi comandi? Ma non mi faccia ridere! Sono perfettamente padrona delle mie azioni, IO!”
“ Davvero Miss Swan? Mi sembra di ricordare, però, che sia stata lei a non togliermi mai gli occhi di dosso dal primo momento che li ha posati su di me. E non mi pare che lei avesse le cose sotto controllo quando aveva le mie dita infilate dentro di lei.”
Il suo tono è più controllato ora, seduttivo quasi, e gli occhi sono fissi nei mei, e gradualmente le iridi diventano sempre più scure, come quando...
Sento i capezzoli indurirsi, e sono sicura che che i mei occhi siano lo specchio dei suoi.
Mentre continuo a sostenere il suo sguardo, sento le mie risoluzioni sgretolarsi sempre di più.
Ma non posso lasciargliela vinta, No, non adesso.
Abasso il tono anche io. Voglio fargli vedere che sono perfettamente in grado di sedurlo senza fatica. Mi passo la lingua sulle labbra e accarezzo i bordi della mia sottoveste sopra il seno.
“Oh, ma Mr. Cullen... tutto quello che ricordo io è stato solo un giochetto di mani e di lingue... niente di poi così irreparabile, o così degno di nota... nessun danno insomma.”
L’ho colpito! Ah!
“Nessun danno dice? Si da il caso che io abbia le prove della sua FERVENTE partecipazione, sulla mia schiena. Ricordo nei minimi dettagli le cose che mi ha detto nel momento in cui io la portavo al piacere più grande che avesse mai provato. Devo ripetergliele? E mi chiedo anche se, nonostante non ci sia stato “danno”, il suo amichetto sia in grado di farle provare anche una minima parte di quello che le ho dimostrato io.”
Il mio amichetto? Ma di chi parla? .... Jake! Parla di Jake! O-oh. Allora è vero. E’ geloso. Questo è il suo tallone di Achille nei miei confronti. Non perdo tempo.
“Jacob? Jake?” ripeto il diminutivo per fargli capire l’intimità tra noi due. “Io non farei confronti se fossi in lei Mr. Cullen. Si da il caso che a letto Jake sia un vero e proprio animale. Mi fa ULULARE. D’altra parte non ho termini di paragone per fare confronti... forse lei non sarebbe poi così...“
Mi ritrovai la sua lingua in bocca. Violenta, feroce. I suoi denti che sbattono sui miei per la forza di quel bacio.
La sua mano che stringe i capelli sulla mia nuca. La mia non so come a mimare lo stesso gesto sulla sua.
La razionalità andata a fanculo da qualche parte.
Quel bacio è una vera lotta per la supremazia. Istinti primordiali. Dominazione. Perseguimento della vittoria a tutti i costi.
Si sente solo il rumore dei nostri respiri affannati, affrettati, soffocati dall’intensità di quel bacio a cui entrambi ci stiamo attaccando come l’ultimo sorso d’acqua nel deserto.
Senza staccare le mie labbra da lui salgo in ginocchio sulla sua scrivania e cerco di afferargli il bavero della giacca con la mano che non è occupata a stringergli i capelli sulla nuca, ma lui è più veloce e mi afferra con forza il polso trattenedolo da qualsiasi movimento.
Stacca le sue labbra dalle mie con uno schiocco, e rapidamente si alza in piedi, mi afferra da dietro la schiena portandomi verso di se e facendo cadere qualsiasi oggetto che si trova tra noi.
Mi solleva per i fianchi brutalmente e mi ritrovo con il culo sulla scrivania e le gambe costrette nella mia gonna a tubo. Lui impugna un lembo del piccolo spacco laterale e con un gesto secco la strappa senza riguardo. Mi apre rudemente le gambe e mi afferra per i glutei sbattendomi contro alla sua erezione turgida e pulsante. Il suo sguardo non lascia mai il mio ed è ferale, sinistro, ed eccitato oltre misura.
“E’ questo che vuoi Isabella? E’ così che ti piace, tu vuoi che sia così, non è vero?”
Il tono profondo e rauco, dominatore.
Non rispono, se aprissi la bocca potrei sembrare la regina delle puttane.
Afferra lateralmente le mie mutandine e con la stessa rudezza di prima le strappa come fossero di carta.
Le porta al viso e chiude gli occhi mentre le annusa. Quando li riapre sono completamente neri e la bocca gli si curva in un ghigno trionfante.
Le mette in tasca! Oh Dio...
Il solo guardare i suoi gesti, il suo modo di muoversi, di afferrarmi, di comandarmi, mi ha eccitata al punto che potrei venire qui ed ora.
Poi prende a leccare, mordere, succhiare tutti i punti più sensibili del mo collo, mentre le sue dita in contrasto alla sua bocca strofinavano rudemente tutta la mia apertura fradicia e gonfia.
“Ti piace così Isabella? Ti piace essere sbattuta su una scrivania come una troietta in calore, vero? Rispondimi.” Il suo alito caldo e ansimante al mio orecchio.
A quelle parole gli occhi mi si rigirano nella testa, sento il mio corpo scendere vorticosamente in un abisso fatto del piacere del suo tocco, del suo tono, del suo odore così intenso, così unico.
Mi colpisce il clitoride, facendomi sussultare e moltiplicando mille volte il mio godimento.
“Rispondimi!”
“Si... si signore...” è tutto quello che riesco a dire.
D’improvviso non lo sento più.
E' in piedi davanti a me.
“Spogliati.”
Ancora ansimante tolgo quello che rimane dei miei vestiti e li butto incerimoniosamente sul pavimento. Nel togliermi la camiciola di pizzo indugio un po’ più a lungo sui capezzoli, guardandolo mentre lui li divora con gli occhi.
“Toglimi la cintura.” Ordina.
La raggiungo con le mani mentre tengo il mio sguardo sul suo, e “accidentalmente” passo le mie unghie sul suo glande ancora coperto dai pantaloni.
Cerca di trattenere un sospiro a denti stretti.
“Attenta Miss Swan...”
Continuo sbottonandolo e abbassandogli la zip lentamente.
I pantaloni vanno giù seguiti dai suoi boxer di seta nera.
Il suo cazzo emerge glorioso, turgido e pulsante in tutta la sua magnificenza.
Sono incantata e ipnotizzata da quella vista.
Un ghigno soddisfatto appare sul suo volto. Bastardo presuntuoso.
Si toglie la camicia velocemente e si avvicina di nuovo come un puma alla sua preda.
“Toccati. Fammi vedere come ti dai piacere, per me.”
Eseguo senza vergogna. Con una mano comincio a stimolare i capezzoli, titillandoli e tirandoli, con l’altra raggiungo la mia fica e ne percorro la lunghezza con due dita lentamente, soffermandomi sul clitoride, stimolandolo e mugolando come una sgualdrina. Per lui.
Lui avvolge il suo cazzo con la mano che lo percorre da testicoli in su, stimolandoli ad ogni passaggio. Mi guarda intensamente, la bocca semiaperta in cerca di maggior ossigeno, le palpebre semiabbassate dal godimento.
“Ti piace quello che vedi Mr. Cullen?” sospiro da zoccola, cosa che in effetti ero diventata da quando avevo a che fare con lui, mentro continuo a toccarmi e ad ansimare. Per lui.
"Da morire.....", e in un attimo si avvicina a me e si dedica al mio seno.
Lecca e bacia. Morde e tira.
La mia testa cade all’indietro e d'istinto inarco la schiena verso di lui, godendo immensamente della sua bocca che sta adorando il mio corpo. La sua mano ricomincia a massaggiarmi di sotto. Infila un dito dentro... poi due... poi tre... pompando e provocando un imbarazzante rilascio di fluidi dalla mia fica sempre più vogliosa.
“Sei sempre così bagnata... così calda... così pronta per me...”
Infine sfila le dita dalla mia fichetta già in fiamme e se le porta alla bocca. Lo sguardo incatenato al mio. Le lecca lentamente.
“Ah... Miss Swan... lo sapevo che il tuo sapore era delizioso... come il tuo odore... l’odore dell’eccitazione che sento ogni volta che sei vicino a me...”
Mi mette i piedi sulla scrivania e mi allarga le gambe impossibilmente. E lentamente si abbassa .... oddiooooo!!!!
La sua lingua calda ed esperta si muove in ogni punto vitale della mia passerina, che nel frattempo è diventata un unico totale punto G.
Che lingua favolosa...
“Oh... Edward...”
Al suono del suo nome sembra esitare per un istante, poi si mette in piedi e con una mano posiziona il suo grosso cazzo duro al mio ingresso, mentre con l’altra mi afferra per un fianco.
Ci siamo.
Slam!
Mi impala.
Lo vedo sollevare il viso verso l’alto, i suoi occhi chiusi, la bocca aperta. Quello che vedo davanti a me è di una bellezza assurda, divina, additiva, e improvvisamente è dentro di me. Sono completamente abbacinata dalle molteplici sensazioni che mi dà il mio corpo, ma una su tutte domina.
Tua.
Si tira indietro poi quasi del tutto, solo per risbattermelo violentemente dentro di nuovo.
“Unngghh!” grugnisce.
Impazzisco nel vederlo così. Perso completamente nei sensi. Perso nel mare della passione che io gli sto dando. Io.
Comincia ad incrementare il ritmo. Le mani che mi strizzano i fianchi che lui porta a sè, a scontrarsi con i suoi colpi. Si odono solo i nostri gemiti e il rumore di pelle contro pelle, bacino contro bacino.
“E così che ti scopa il tuo amico? Diventi così bagnata per lui?” quelle parole pronunciate a denti stretti con un ringhio.
“No... no.... solo tu.... solo tu....” ormai la mia voce è persa tra il respiro alterato e i mugolii di piacere che solo lui sa darmi.
“Oh... oh... oh... si... Edward... sto venendo…sto-“
In un secondo sfila il suo cazzo dalla mia fica che avrebbe voluto urlare “No!”, si avventa su di me e mi afferra i capelli avvicinando il suo viso a due millimetri da me.
“Oh no, Miss Swan, non ho ancora finito con te, non puoi venire finchè io non te lo ordino, intesi? Ti farò pregare per avere ancora il mio cazzo infilato dentro di te troietta” e mi lecca le labbra.
Ora farei qualsiasi cosa, sono persa.
“Inginocchiati per terra”
Obbedisco con lo sguardo basso.
“Prendimelo in bocca. Succhiamelo.”
Allungo una mano ma subito mi ferma.
“Non toccarmi. Mani dietro la schiena. Usa solo quella bella bocca da troia che sai usare tanto bene.”
Oh Mr. Cullen, ti piace la mia bocca eh?
Allungo la lingua e comincio a leccargli la punta arrossata, la passo intorno al glande e nella fessura, colpendola intorno ripetutamente.
“Ah... Ah!” a quel gesto stringe le mani nei miei capelli e io lo accolgo fino in fondo nella mia bocca vogliosa.
Comincio a succhiarlo, massaggiandolo con la lingua e applicando pressione con le mie labbra, su e giù, adorandolo.
“Ti piace sentire il mio cazzo in bocca Miss Swan? Scommetto che sei più bagnata di prima. Goccioli all’idea del piacere che solo io ti posso dare”
Lo sto succhiando con forza, e più pressione applico più lui geme e grugnisce incontrando i miei movimenti con il suo bacino. La sue mani che stringono i miei capelli al limite del dolore.
Alzo lo sguardo e lo vedo completamente rapito dalla mia bocca.
E' vero. Sto letteralmente gocciolando e ho bisogno di sollievo. Porto la mia mano alla mia fica e comicio a sfregare e sfregare, mugolando intorno alla sua asta pulsante.
“ Oh Miss Swan... sei proprio una piccola... ah... impertinente... ah... anh... Basta. Alzati ora.”
Mi sento come una bambina a cui avevano tolto il lecca lecca, ma obbedisco senza fiatare. Farei di tutto, tutto per sentirlo ancora dentro di me.
“Vai alla finestra. Chinati e metti le mani sulla vetrata.”
La finestra? Oh no... era da terra al soffitto... che vuole fare? Sebbene solo la sua lampada da tavolo fosse accesa, qualcuno avrebbe potuto vederci dal palazzo di fronte.
Cogliendo la mia esitazione mi dà uno schiaffo sul culo!
“Ora Miss Swan. Non voglio ripetermi. Altrimenti dovrò punirti.”
Oh.Mio.Dio. Tra lo schiaffo e l’idea di una sua punizione, la mia eccitazione arriva all’estremo.
Mi chino e appoggio le mani aperte sul vetro, ma non ho il coraggio di guardare in quella direzione.
Lo sento arrivare dietro di me. Sento distintamente strappare qualcosa. La confezione di un preservativo. Oh si! Finalmente.
Sento le sue mani che mi accarezzano i glutei in maniera delicata ma decisa.
Appoggia la sua lunga e grossa asta lungo l’apertura delle mie natiche, muovendosi leggermente.
“Che vista meravigliosa, Miss Swan. “
Poi fa scorrere le sue dita sulla mia apertura per raccogliere un po’ del mio liquido e portarlo all’ano.
“Sei mai stata presa da nessuno, qui, Miss Swan? “
“No... no Signore...”
“Mmmm... E’ una tentazione succulenta, ma non oggi,”
Non oggi? Significa che intende continuare? Oh mio......
Slam!
“Ah!”
Mi penetra brutalmente di nuovo. Ma la sensazione in questa posizione è molto più forte. Sono ai suoi comandi. Sono sottomessa.
Mi prende i capelli tirandomi la testa all’indietro, forzandomi ad inarcare la schiena e ad incontrare i suoi colpi con una diversa angolazione. Oh... una meravigliosa angolazione....
Ricomincia con un ritmo sostenuto, sbattendomi e sbattendomi, sento il rumore dei colpi dato dalle sue cosce sui miei glutei. I suoi testicoli che sbattono ad ogni colpo sul mio clitoride pulsante.
“Ah... Miss Swan! E’ così che ti fai sbattere dal tuo amico?... E’ capace di farti sentire quello che ti faccio sentire io?...Ti fa godere così come ti faccio godere io?..”
Ansima e scandisce le parole a suon di colpi. Come una punizione.
“No.. no... solo tu..” le parole mi escono in sospiri soffocati. Sono sull’orlo dell’orgasmo e non riesco a formulare pensieri coerenti, e la posizione non aiuta.
“Dimmelo. Dimmi chi ti fa sentire così, urlalo!”
Continua il suo ritmo punitivo, ma lo sento alterarsi nel respiro. E' vicino al limite anche lui.
Io ormai miagolo.
“Tu... TU! Solo tu.... mi fai... sentire.... così... Edward... Edward.... Edward....”
Le sue mani improvvisamente mi avvolgono, una intorno ai seni e l’altra sul bacino, e mi tira a sè, portandomi in posizione quasi eretta mentre continua il suo assalto: poi mi avvicina di nuovo al vetro in modo che io possa sostenermi.
Continua a pompare, e sue mani mi accarezzano ovunque e la sua bocca ora può avere facile accesso al mio collo e alle mie spalle.
La nuova posizione è ancora più stimolante, più intima, più intensa. Lui sembra cogliere tutti i desideri del mio corpo.
Comincio a sentire i muscoli della pancia contrarsi in quel delizioso piacere che prepara ad un’ograsmo sconvolgente, la mia vagina iniziare a contrarsi ritmicamente.
“Oh... si... piccola... ti sento... vieni... vieni... vieni per me...” la sua voce distorta dall’intenso piacere e dalla fatica nel respirare.
La mano sul mio fianco raggiunge il clitoride, stimolandolo velocemente, premendo e pizzicando.
“Ah.... ah.... ah... Edward... EDWAAAARRRDDDD!”
Il piacere è così intenso che mi sento mancare, il godimento così acuto che non sono sicura di poter tornare ad essere quella di prima.
“Oh... oh... Isabella... Isabella... Isa...BELLLLAAAAAA!”
Mi volto per guardarlo. Il suo respiro è ormai a pezzi e i suoi movimenti sconnessi e violenti, quando viene gloriosamente dentro di me. Gli occhi chiusi e la testa buttata all’indietro. Dio quanto è magnifico! Solo a quella vista posso venire di nuovo.
Lentamente nella stessa posizione ci ritroviamo inginocchiati a terra.
Mi stringeve forte. Bacia teneramente ogni punto che riesce a raggiungere, tra i respiri affannati.
Io porto le mie mani all’indietro e gli accarezzo i capelli dolcemente.
Sto facendo le fusa. Lui se ne accorge e sorride tra i baci che continua a lasciare sulla mia pelle.
“Isabella... sei... magnifica.”
Chiudo gli occhi a quella nuova sensazione. Mi sento appagata, tenera, dolce, riconoscente.... schiava volontaria.
Mai, mai nei mei sogni più sfrenati avrei potuto immaginare un simile piacere, una simile completerzza.
Sebbene non glielo avrei detto nenache sotto tortura.
Ci stacchiamo in silenzio per rivestirci.
Prendo tutte le mie cose e guardo la gonna completamente strappata. Lo fisso con un sopracciglio alzato.
“Quanta passione Mr. Cullen”
“Troppo per i tuoi standard?” replica con aria da bastardo.
Mi fa incazzare come nessuno al mondo con quell’aria da presuntuoso, supponente.... magnifico... dio del sesso...
Oh, ma non mi arrendo senza combattere io.
“ Lei non se li sogna neanche i miei “standard”, SIGNORE” aggiungo con una vocetta antipatica persino a me stessa.
Un bagliore percorre il suo sguardo diventato ora intenso. Dio, quanto pagherei per sapere a cosa sta pensando.
“Miss Swan. E’ tardi. Vada a dormire se non vuole arrivare in ritardo domani mattina.”
Oh, brutto pomposo bastardo! Bè ... pomposo bastardo... brutto proprio no.
Sistemo alla meglio i vestiti addosso e mi avvio a passo deciso verso la porta.
“ Ah... e Miss Swan... la prossima volta metta una camicetta sotto al vestito. E’ tutto, può andare.”
Oh! E chiaramente voleva l’ultima parola! Mmmmpff!!
Vuoi continuare a fare il bastardo, vero Mr. Cullen? Bene, avrai quello che ti spetta.
Senza replicare e senza voltarmi, mi fermo un attimo sulla porta per “sistemarmi distrattamente” la gonna sul sedere.
“Sogni d’oro Mr. Cullen...” cantileno infilando la porta.
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