lunedì 12 dicembre 2011

Capitolo 4

EPOV

Ma è successo davvero?
Cazzo!
Appoggio la testa al volante
Porto le mani al viso. Annuso le mie dita. Chiudo gli occhi.
Sì. E’ successo davvero.
Dopo ci siamo baciati ancora.
Mi ha lasciato il suo numero e il suo nome. Isabella.
Ho dovuto metterci tutta la mia volontà per non scoparla direttamente in questo parcheggio. In questa macchina.
Se ne è andata. Mi ha sorriso e se ne è andata.
Ho promesso che la chiamerò presto.
Non credo che lo farò.
Il pensiero di non poterla conoscere meglio mi fa sentire una stretta al petto.
Ma devo tornare alla realtà.
Devo tornare a casa.
Arrivo a casa che è notte fonda.
Entro nel mio Super attico. Super moderno. Super costoso. E fottutamente privo di calore.
Faccio la doccia, malvolentieri.
Sto lavando via la prova di ciò che è accaduto.
Il suo sapore dalle mie dita.
Chiudo gli occhi.
Come in un flashback la rivedo.
In ginocchio .
Davanti a me .
Labbra rosse succose.
Lingua morbida che si muove lentamente, sapientemente.
Occhi grandi, scuri, profondi. La sua mano minuta intorno al mio cazzo.
Io che le sbatto con forza in gola.
Lei che mi accoglie per farmi entrare fino in fondo.
I suoi gemiti che vibrano lungo la mia asta di pietra.
E poi le mie mani fra i suoi capelli di seta.
Il mio bacino che si muove con forza dentro di lei. Contro di lei.
Le ho scopato la bocca.
Sono di nuovo duro e fa male.
Esco dalla doccia.
Nudo e con i capelli umidi, mi infilo nel letto.
Tanya dorme su di un fianco.
Le vado dietro e le afferro il bacino stretto.
Infilo una gamba tra le sue.
Le allargo le cosce.
Lei sta ancora dormendo ma il suo corpo sembra comprendere.
Con la mano si allunga verso il comodino.
“Non accendere quella cazzo di luce!” Le ringhio in un orecchio
“E non parlare.”
Con la mano le accarezzo le natiche. Le passo il dito medio tra i glutei . Poi glielo infilo  fino in fondo dentro.
“Edward….”
“Ti ho detto di non parlare”
Me lo prendo in mano e mi  posiziono da dietro al suo ingresso già pronto.
E con una spinta secca la riempio fino in fondo.
Emette un gemito acuto di piacere.
Passo un braccio tra il suo corpo e il cuscino e con la mano le avvolgo il collo. Con l’altra le afferro con forza il bacino. Schiantandola contro di me.
Un altro gemito.
Inizio a scoparla senza pietà, sempre più forte.
Nella mia testa come una cantilena senza sosta.
Isabella… Isabella… Isabella …
Il mio ritmo è aggressivo puntitivo.
Gli occhi serrati nella stanza nera. Non voglio vedere. Voglio solo sentire.
Il suo respiro si fa affannoso. La sua figa si stringe intorno al mio cazzo duro e pulsante.
Ma non mi basta.
Senza uscire dal suo corpo. La porto su con me.
La metto a 4  zampe.
Con una mano le abbasso la testa. La schianto sul cuscino.
Con l’altra le stringo con maggior forza il bacino. E continuo a scoparla duro.
L’angolo mi permette di impalarla di brutto.
“Ti piace … così … eh? … piccola puttana … fai la signora… di giorno … sei una fottuta snob… ma sei solo una piccola troia… quando si arriva a questo… una piccola troia che si fa scopare in silenzio…. “
Inizia a gemere ritmicamente. Sento che sta venendo. Soffoca le grida nel cuscino.
“Brava… fatti fottere e non fiatare… cazzo ….”
E sbatto con forza…. Gli occhi serrati… nel nero più totale … vedo una piccola schiena chiara… un culo rotondo sodo e perfetto … e lunghi capelli castani …Isabella…. Slam…. Isabella… slam …Isabella… La prendo per i capelli e la tiro indietro…. Sta venendo di nuovo …. Isabella… prendilo tutto … Isabella… Le tiro la testa indietro e le do un colpo secco e profondo … e finalmente il mio cazzo si libera di tutto il suo carico di liquido caldo. Tre colpi lunghi e secchi…. Isabella… Isabella … Isabella …
Le lascio andare la testa e mi alzo dal letto .
Vado a farmi un’altra doccia.
Questa volta contento di lavar via l’odore di Tanya.

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