Capitolo 14
BPOV
Tutto quello che riesco a fare in questo momento è fissare l’acqua che scorre nella vasca.
C’è solo quell’acqua ora.
Non c’è niente.
E' stato tutto ingoiato da un buco.
Un buco al centro del mio petto.
Un buco che sta ingoiando i miei pensieri, il mio respiro.
Vuoto.
Entro come in trance nella vasca. Non aggiungo niente. Solo acqua.
Mi immergo e lascio che quel fluido mi accogla, mi ingoi.
Vuoto.
Un ultimo respiro sulla mia spalla.
Sta andando via.
Il suo odore andrà via.
E non rimarrà più niente.
Vuoto.
Alzarmi e voltargli le spalle è stata la cosa più difficile e dolorosa che abbia mai fatto.
E’ ancora dentro di me.
Il suo odore nelle mie narici, fissato nelle sinapsi del mio cervello per sempre.
La sensazione del suo tocco, impresso nello strato più profondo del mio derma per sempre.
Il suo respiro nei miei polmoni per sempre.
La sua voce nelle mie orecchie, per sempre.
I suoi occhi, la sua anima, impressa nelle mie retine per sempre.
Il suo seme nel mio ventre, parte del mio sangue per sempre.
Vuoto.
Resto qui per minuti, ore, giorni, mesi, anni.
Avverto solo il cambiamento della luce filtrare dalla piccola finestra del bagno.
Non sento più il mio corpo. L’acqua gelida e statica. Il mio corpo gelido e statico.
Vuoto.
Mi alzo. Avverto l’enorme pesantezza del mio corpo.
Gesti meccanici. Accappatoio, asciugamano, phon. Sono davanti allo specchio ma non vedo nulla.
Il telefono che squilla e squilla. Non capisco bene perché squilli così tanto.
Lentamente vado a rispondere.
Alzo il ricevitore. La mia voce non esce. La mia bocca non si apre.
“Bella? Bella sei lì?... Bella!”
“Ro-se…” Non riconosco la mia voce. Piatta. Vuota. Fredda.
“Bella?... Bella cos’hai? Che succede?... Bella… sto arrivando.” Click.
Riaggancio.
Sono nel salotto.
E' rimasta solo la brace nel camino.
Si sarebbe spenta.
Si sarebbe spenta?
Sposto lentamente gli occhi al tappeto.
Lui non c’è.
Ed-
Non riusco a pensare al suo nome.
Vuoto.
Vado in camera da letto.
Mi stendo sul letto.
Mi giro su un fianco.
Esalo un respiro.
Vuoto.
Fisso il muro.
Vuoto.
Passano minuti, ore, giorni, mesi, anni.
Riiiing. Riiiing. Riiiiiiiiiiiiiiing.
Toc-toc.
“Bella? Bella?!”
“Bella, sono io, Rose! Aprimi! Bella, stai bene?!”
Toc-toc-toc-toc. Riiiiing. Riiiiiing.
“Oh mio Dio! Bella! Bella! Aprimi!!”
Sento suoni, voci.
Poi più niente.
Vuoto.
Rumore. Voci di nuovo. Si avvicinano.
“Bella? Bella!!!!”
Vedo Rose inginocchiata accanto al letto.
“Ro-se…”
“Oddio Bella! Bella! Cosa è successo?! Rispondimi amore!!! Cosa ti è successo?! Stai male?! Sei ferita?!”
“Se n’è andato…” la mia voce un sospiro.
“Cosa? Chi? Bella, dimmi cosa è successo!”
“Signorina, devo chiamare un’ambulanza?” sento una voce maschile.
“No, no, non è necessario, grazie. Grazie di avermi fatto entrare. Ora penso io a lei. Grazie ancora, forse è meglio che lei vada adesso.”
“Di nulla… se ha bisogno di aiuto sono in portineria”
Oh… il portiere…
Rimaniamo sole.
“Bella…. Tesoro, chi ti ha ridotto così?”
“Rose… è andato via… non tornerà…”
“Chi? … Edward Cullen?... E’ di lui che parli tesoro? Rispondimi ti prego!”
“ Ed-ward…”
“Oh Bella…. “
Allunga una mano e mi accarezza il viso.
A quel contatto vedo tutto ondeggiare.
Acqua.
Il mio viso bagnato.
I miei polmoni costretti.
La mia voce un urlo soffocato.
I muscoli del mio viso contratti.
Dolore.
Dolore.
Dolore.
“Oh Bella, Bella tesoro. Piangi. Piangi. Piangi.”
Piange.
Mi stringe.
La stringo.
Dolore.
Sollievo.
Aiuto.
Rimaniamo lì per minuti, ore, giorni, mesi, anni.
Mi lascia delicatamente.
Mi avvolge in una coperta.
“Vado a fare un po’ di tè, d’accordo? Tu stai qui, stai tranquilla, ok? Torno subito”
Rose.
Rose sempre coraggiosa.
Rose sempre risoluta.
Rose che non lascia mai il mio fianco.
Rose che non mi lascia.
Torna sorridente.
Ha un vassoio in mano.
Mi aiuta ad alzarmi e poggiarmi con la schiena alla testiera del letto.
Mi porge una tazza di tè.
Accolgo il tè con gratitudine.
“Stai un po’ meglio ora?”
Annuisco.
“Bella, sai che puoi dirmi tutto, vero?”
Annuisco.
“Quando sarai pronta, mi dirai, vero?”
Annuisco.
Beviamo il tè in silenzio.
“Rose… non voglio trattenerti qui… hai fatto già molto per me… sto bene ora. “
“Non mi stai trattenendo qui. E’ qui che voglio stare adesso. Ora scansati un po’ che voglio dormire.”
Accenno un sorriso.
Mi porto da un lato del letto.
Rose si sdraia accanto a me.
Siamo l’una di fronte all’altra.
Lei mi toglie i capelli dal viso delicatamente.
“Ti voglio bene Rose…”
“Anch’io tesoro. Anch’io.”
I nostri visi bagnati da silenziose lacrime.
Pace.
Un po’ di pace.
Il respiro profondo di Rose.
Mi volto nel letto.
Respiro.
Edward.
Ti amo.
1 commento:
semplicemente meravigliosa,non cè altro da dire.Maria50
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