lunedì 12 dicembre 2011



Capitolo 2

EPOV

Esco di casa sbattendo la porta.
Abbiamo litigato. Di nuovo. Oramai è un continuo.
Speravo che cambiare città, accettare questo nuovo lavoro, avrebbe modificato le cose tra noi. Ma la nostra relazione è deteriorata al limite del non salvabile.
Raggiungo il locale in cui avremmo dovuto incontrarci con i nostri amici . Ci sono venuto da solo.
E’ venerdì sera. Il locale è pieno. La musica troppo alta. Jasper ed Emmett non sono ancora arrivati.
Bevo un whisky .. e poi un altro e un altro ancora.
La rabbia e la frustrazione sono mi fanno cattiva compagnia.
E’ venerdì sera.
Il locale è elegante. Alla moda. Molto buio. Moderno. Belle donne in bei vestiti. Uomini in giacca e cravatta. Io sono uscito in jeans e camicia. Non mi sono nemmeno cambiato.
Dovevo andarmene ed  al più presto, altrimenti avrei detto o fatto cose di cui mi sarei pentito.
L’atmosfera improvvisamente cambia. Forse è l’alcool.  Mi trovo come spinto a portare lo sguardo al bancone del bar.
La vedo.
E’ l’antitesi di Tanya.
Piccola. Bruna. Capelli lunghi e scuri. Corpo armonico. Gambe snelle. Su tacchi impressionanti. Gonna corta ma fine.
Sola.
La fisso sorseggiare il suo drink.
Il suo viso è giovane e bello.
Accavalla le gambe. Beve il suo cocktail. Si lecca le labbra.
Sola.
Il mio corpo reagisce.
La cosa mi sorprende.
Sono mesi che non sento l’esigenza di fare sesso.
Con Tanya evidentemente.
Reagisco al solo osservare una sconosciuta seduta su di uno sgabello a 20 metri da me.
Potrei avvicinarmi e parlarle.
So che non le dispiacerebbe.
Non sono arrogante. Lo so e basta. Da sempre. Le donne raramente mi hanno detto di no. 
Mi sbaglio… non è raramente il termine giusto.
Ho sempre avuto le donne che volevo. Punto.
Ma ora sono un uomo sposato.
Non ho mai usato una donna per superare un momento di difficoltà o frustrazione.
Non ho mai usato una donna in generale.
Ho avuto relazioni  puramente sessuali e molte. Ma scoparmi una qualunque sull’onda di un momento di rabbia mai. Mai.
Si volta lentamente.
E’ come se all’improvviso non sentissi più la musica ma solo il mio respiro farsi più intenso.
Mi guarda. Dritto negli occhi.
Le si illumina lo sguardo. Sembra apprezzare ciò che vede.
Giocare un po’ non farà male a nessuno.
Le sorrido, ma è un sorriso da predatore. Mi passo la mano lungo la cintura di pelle. Non le tolgo gli occhi da dosso. Lei reagisce. Sembra eccitarsi quanto me.
Sono duro da far male.
Meglio interrompere questo gioco immediatamente o non riuscirò a fermarmi.
Sono un uomo sposato.
Sono un uomo sposato. Cazzo!
Tornerò a casa e scoperò mia moglie.
Lei si alza. Viene verso di me. Si ferma sulla pista da ballo. Si muove seduttiva.
Forse la predatrice è lei.
Balla ad occhi chiusi. Le guance arrossate. Sento la sua eccitazione da qui.
Mi alzo per andarmene.
Ora o sarà troppo tardi.
Mi incammino verso l’uscita. Mi appoggio al muro nell’ombra del corridoio.
La voglio guardare ancora un attimo, non visto, e poi tornerò a casa e sì … decisamente scoperò mia moglie.
Non è più sulla pista da ballo. Mi sta passando accanto. Non mi ha visto. E’ delusa e frustrata. Ed è bellissima.
In un secondo il mio corpo ha la meglio sulla mia mente. La prendo per un braccio e la spingo contro il muro.
Senti cosa mi hai fatto.
Spingo contro di lei.
Voglio la tua bocca.
E la bacio con forza.
Si sfrega contro di me.
Vogliosa.
Fai attenzione a cosa vuoi bambina.
Continuo a baciarla mentre la mia mano alza la sua gonna e le entra nelle mutandine.
Cazzo è bagnata da morire.
E’ bagnata fin sulle cosce.
Infilo due dita con una facilità allarmante.
Mi sta per esplodere il cazzo.
Letteralmente.
Sento che mi sto bagnando anche io, come un ragazzino durante un sogno erotico.
E’ così responsiva. Geme e si muove e si capisce che sta per venire anche se la sto toccando da niente.
Pompo dentro di lei, ma non la bacio più. La voglio vedere venire. Voglio stamparmi il suo viso e ricordarlo stasera mentre scoperò Tanya. Perché definitivamente stanotte me la scoperò. Tanya. Non si tira indietro mai. Nemmeno in serate come questa.
La brunetta viene improvvisamente e pesantemente. Il suo respiro è affannato. Gli occhi semichiusi la bocca è aperta.
Si è fatta fare questo da me. In un locale pubblico.
Cazzo.
Rischio di venire qui ed ora al solo pensiero.
Prima ancora che io possa pensare a come concludere questo momento surreale, la brunetta mi guarda negli occhi, piena di desiderio. Si lecca le labbra.
Si mette in ginocchio.
Cazzo!

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