lunedì 12 dicembre 2011

Capitolo 8

EPOV

Isabella Swan… Isabella Swan … Isabella Swan…. ha deciso di farmi morire.
Lo ha deciso ....chiaramente.
Quando l’ho vista stamattina a momenti non venivo nei pantaloni.
Isabella Swan mi farà secco.
Un corpo che.... …
Minuta, tonica, ma morbida nei punti giusti.
Due seni perfetti.
Un culo ….
Una figa calda e dolce …
Il nostro colloquio è andato bene.
Non sembrava arrabbiata.
Ma ha deciso che mi farà morire.
E’ evidente, come dicevo.
Il  modo con cui mi chiama Signore.
Si capisce qual è il suo intento.
Gioca con me.
E quella cazzo di gonna a portafoglio, corta, sotto la quale nascondeva, ma mica tanto poi, le sue fottutissime calze con bordo in pizzo.
E la camicetta aderente aperta.
E il reggiseno … di pizzo anche quello cazzo!
Se Kate non ci avesse interrotto me la sarei scopata sulla scrivania. E al diavolo i miei buoni propositi.
E la bottiglia… come la succhiava... 
E il ghiaccio …
Dio … il ghiaccio!
Tanya mi aspetta per il pranzo. Le ho detto di aspettarmi fuori che ne avrò ancora per un quarto d’ora in ufficio.
Mi chiudo a chiave e vado in bagno.
Mi abbasso i pantaloni e i boxer.
Mi appoggio con una mano sulla parete a specchio che copre  per intero il lato posteriore del bagno. Quello su cui sono poggiati water e bidet per intenderci.
Un’idea bizzarra di mia moglie per vedersi a figura intera quando viene da me.
Me lo prendo in mano, duro come il marmo.
Chiudo gli occhi e lentamente comincio a fare scorrere il mio palmo chiuso lungo l’asta.
Non basta.
Non è come la bocca di Isabella.
Sempre spingendo su e giù mi volto a prendere la confezione di lubrificante che tengo nel mobiletto sopra il lavandino. Me ne verso una  quantità oscena.
Così va meglio. La mano si scalda e il mio cazzo pure.
Con movimenti ampi e fluidi continuo a lavorarmi su e giù, con forza.
Chiudo di nuovo gli occhi e vedo lei.
E’ contro la finestra del mio ufficio con le mani appoggiate al vetro. Il culo iproteso verso di me, per agevolarmi la penetrazione.
Il mio bacino comincia a muoversi contro la mia mano.
Me la sto scopando letteralmente.
Ma non è la mia mano che vedo e che sento.
Applico maggior pressione. Stringo fino a provare un sottile dolore.
Quella puttanella è stata cattiva e va punita.
E lo prenderà tutto.
Si inarca e geme. La mia bocca sussurra oscenità nel suo piccolo orecchio.
Le entro dentro con una spinta secca. Urla di piacere.
La scopo senza freni. Le mie mani sui suoi fianchi le scavano la carne.
La spingo con tale forza da mandarla a sbattere con il suo corpo seminudo contro la vetrata. I suoi seni, al contatto con il vetro freddo, si induriscono.
Ad Isabella piace il sesso duro. Le piace così tanto che si spinge all’indietro incontrando i miei colpi aggressivi
Ti piace il mio cazzo vero Isabella?
Ti piace così tanto che ti faresti scopare in ogni modo e in ogni momento.
A mio piacimento.
Mi chiami Signore vero, Isabella… cazzo … e fai … bene … perché .. io… sono … il … tuo … fottutissimo… signore ….e … tu  … sei … mia … mia… Isabella ….
Sento le pulsazioni aumentare  e so che tra un secondo verrò di brutto.
Con il bacino do un ultimo colpo secco.
E vengo trattenendo un ruggito di piacere e rabbia.
Il mio respiro è affannoso.
Sono sudato.
Apro gli occhi e vedo il mio viso sconvolto. Le pupille dilatate. La camicia bagnata. La pelle arrossata dallo sforzo e dall’eccitazione.
Sono nella merda fino al collo.
Ma questo lo sapevo già dalla sera in cui l'ho incontrata.

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